| | Elettricità wireless

Una startup neozelandese sta lavorando a un modello di
trasferimento di energia senza fili per uso commerciale, una
tecnologia già usata in alcuni campi
L’azienda neozelandese Emrod, con sede a Auckland, ha recentemente avviato un tentativo
sperimentale di sviluppare un modello di tele-energia elettrica. È una tecnologia che ha finora
trovato applicazioni specifiche in ambito spaziale e militare, ma non ha ancora mai prodotto
alternative commerciali alle tradizionali infrastrutture energetiche pubbliche. Il tentativo è ritenuto
importante e prezioso per le implicazioni – sia nei vantaggi che nei rischi – relative a un possibile
utilizzo futuro su larga scala di un modello simile di trasferimento di energia senza fili.
Emrod ha lavorato con il sostegno del governo neozelandese e in collaborazione con il distributore
nazionale Powerco per progettare un prototipo destinato all’utilizzo in una struttura chiusa di prova.
In un progetto separato sta eseguendo una serie di test per indirizzare energia elettrica da un parco
fotovoltaico sull’Isola del Nord verso un cliente situato a diversi chilometri di distanza.
L’obiettivo di Emrod è quello di espandere un sistema di trasmissione di energia wireless dove
questo sia preferibile o dove non sia possibile sfruttare i sistemi convenzionali di trasmissione e
distribuzione via cavo o tramite altri mezzi fisici. Altre aziende come la giapponese Mitsubishi
Heavy Industries e TransferFi, con sede a Singapore, stanno lavorando a progetti analoghi di
trasferimento di energia sfruttando diverse tecnologie.
Il modello alla base del progetto di Emrod non è nuovo: l’energia viene convertita in radiazione
elettromagnetica da un’antenna trasmittente, captata da un’antenna ricevente e poi distribuita
localmente tramite i mezzi convenzionali. È qualcosa di simile a quanto avviene nei comuni sistemi
radio, ma in quel caso la quantità di energia richiesta per rendere il segnale potenzialmente fruibile
è piuttosto bassa. Di fatto pochissima energia può essere trasferita a un singolo ricevitore, da cui la
necessità di utilizzare un amplificatore di segnale nella maggior parte dei sistemi audio. E inoltre,
nei sistemi radio, il segnale è distribuito in tutte le direzioni.
L’idea di trasmettere energia elettrica attraverso l’aria creando un campo magnetico tra circuiti
fisicamente separati era già alla base di molti innovativi esperimenti condotti nella seconda metà
dell’Ottocento dall’inventore, fisico e ingegnere Nikola Tesla. La bobina di Tesla (o “trasformatore
risonante”) era un dispositivo in grado di produrre elettricità a corrente alternata tra circuiti elettrici
accoppiati in risonanza, in sistemi funzionanti a corte distanze. Lo stesso Tesla era tuttavia convinto
di poter utilizzare questa tecnologia per sviluppare un’energia wireless a lungo raggio.
Nel progetto sperimentale di Emrod, l’energia è trasmessa come un fascio ristretto di microonde, in
modo mirato. Questo permetterebbe di superare due limiti fondamentali nel piano di Tesla. Uno è
come addebitare alle persone i costi di un’elettricità che in teoria potrebbero semplicemente
raccogliere dall’aria. L’altro è imposto dalle caratteristiche stesse della propagazione del flusso di
energia di un’onda nello spazio, che si riduce drasticamente anche a brevi distanze dalla sorgente.
Trasmettere energia in un fascio stretto anziché irradiarla in tutte le direzioni potrebbe in parte
risolvere questi problemi di dispersione.
In passato esperimenti relativi al trasferimento di energia senza fili sono stati condotti con successo
per applicazioni militari e per l’utilizzo nello Spazio. Un record tuttora in vigore fu stabilito dalla
NASA nel 1975, quando 34 kW di potenza elettrica furono forniti a una distanza di 1,55 chilometri
tramite microonde a una frequenza di 2,38 GHz. Nei suoi primi tentativi Emrod trasmetterà «pochi
kilowatt» lungo una distanza di 1,8 chilometri, per poi aumentare progressivamente sia distanza che
potenza. L’efficienza finale prevista per questo sistema è del 60 per cento, secondo il fondatore
dell’azienda Greg Kushnir, che lo ritiene un margine sufficiente a rendere questo sistema già
commercialmente sensato oggi, in circostanze e luoghi in cui l’installazione di tradizionali linee
elettriche sarebbe più costosa.
Oltre alla sorgente di alimentazione del sistema e all’antenna trasmittente, il modello di Emrod
prevede altri due componenti essenziali. Uno è l’antenna utilizzata a destinazione per convertire le
microonde in corrente continua, una tipologia nota con il nome “rectenna” (contrazione di rectifying
antenna) e con una forma abbastanza diversa dalle classiche antenne. Per migliorarne l’efficienza
sarà costruita utilizzando “metamateriali”, materiali compositi contenenti piccole quantità di metalli
conduttori.
L’altro componente sono i relè, disposti in modo da deviare il fascio di microonde per indirizzarlo
fino alla rectenna. I relè – dal francese relais, “staffetta” – sono generalmente utilizzati per regolare
gli impianti elettrici sulla base di alcune variazioni nei circuiti. Un sistema a relè, per capirci, è
quello che di solito permette di accendere una stessa luce azionando pulsanti posti in posizioni
diverse della casa. Nel sistema di Emrod i relè funzionano come “lenti” necessarie a rifocalizzare il
fascio di microonde con minime perdite nella trasmissione. Se necessario possono anche
reindirizzarlo, e questo significa che trasmettitore e ricevitore non devono necessariamente trovarsi
in linea di vista l’uno con l’altro.
Esistono dei rischi, rispetto all’utilizzo di questa tecnologia sperimentale di trasferimento di energia
senza fili. Secondo quanto dichiarato dall’azienda, una breve esposizione accidentale ai fasci di
microonde, considerata la densità di energia relativamente bassa, non dovrebbe causare danni né
alle persone né agli animali. Ma per evitare la possibilità di incidenti Emrod ha comunque
sviluppato una copertura dei raggi tramite apposite “tende laser” disposte lungo il circuito.
Dovrebbero rilevare l’eventuale interposizione di uccelli o elicotteri a bassa quota e interrompere
provvisoriamente e all’istante la trasmissione delle microonde. L’energia sarebbe fornita anche
durante l’interruzione grazie alle batterie di accumulo poste all’estremità ricevente.
Da - www.ilpost.it
Autore/Fonte: da - www.ilpost.it
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