| | La costituzione Italiana

La Costituzione della Repubblica Italiana è la nostra legge fondamentale. Essa occupa un posto privilegiato nella gerarchia delle fonti, ponendosi al di sopra di ogni altra norma giuridica. La Costituzione nasce dalla volontà del popolo. Il 2 giugno 1946, infatti, gli italiani furono chiamati a votare a suffragio universale per il referendum istituzionale e per l’elezione dell’Assemblea Costituente, che avrebbe avuto il compito di redigere la Costituzione. Furono eletti 556 deputati, che apparirono presto eccessivamente numerosi per il lavoro che veniva loro richiesto. Per questa ragione venne istituita una commissione ristretta di 75 deputati, che nelle proporzioni rispecchiava le preferenze accordate dagli elettori ai vari partiti politici. Nonostante le differenti visioni politiche rappresentate nell’Assemblea Costituente (espressione del pensiero cattolico, liberale e marxista), prevalse la volontà ferrea di redigere un testo che non appartenesse ad alcuno schieramento politico, ma fosse per l’Italia e per gli italiani. Punto fermo e chiave di lettura (in modo particolare dei Principi fondamentali e della Parte I) fu l’ispirazione anti-fascista. La Costituzione, che fu approvata con circa il90% dei voti, contiene all’art. 138 una sorta di “dispositivo di sicurezza”, volto a evitare che si ripeta il destino dello Statuto Albertino. Quest’ultimo, infatti, a causa della sua flessibilità, era stato totalmente stravolto dal fascismo. La Carta costituzionale non si limita a disciplinare l’organizzazione dello Stato, ma determina anche i Principi fondamentali e i diritti dei cittadini. Si presenta quindi come una Costituzione lunga. Il testo fu approvato il 22 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1° gennaio1948. Da allora, il panorama italiano si è modificato sostanzialmente, anche a causa del processo di unificazione europea e delle spinte economiche dovute al processo di globalizzazione. Si è avvertita, dunque, da più parti, un’esigenza di rinnovamento della Parte II della Costituzione, che è sfociata nel 2001nellalegge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001. Questa ha portato all’abrogazione di 5 articoli del Titolo V e alla modifica di altri 14, senza peraltro provocar-ne uno stravolgimento. Le norme sono relative ai nuovi rapporti tra lo Stato centrale e gli enti locali: Regioni, Province, Comuni, Città Metropolitane
Autore/Fonte: Pratonotizie.it
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