| | La Cementizia di Prato

Fu realizzato nel 1926 per l'azienda produttiva ''Marchino'' di Casale Monferrato che si avviava a diventare una delle realtà produttive più importanti del settore.[1] Sfruttando la marna estratta dalla Calvana, il cementificio produceva calce e cemento. Il progettista del complesso fu l'architetto Leone Poggi, anche se un ruolo importante nel progetto dovette averlo l'ingegnere Attilio Muggia, pioniere italiano del calcolo del cemento armato.[2]
Dopo aver subito danni bellici, il cementificio ha smesso definitivamente la produzione nel 1956 ed è stato per lungo tempo abbandonato.
Il complesso si trova all'interno di un'area sottoposta a vincolo paesaggistico.
Il complesso produttivo con le sue alte torri delle canne fumarie domina il paesaggio tra Prato e Calenzano stagliandosi sulla montagna con la mole dei suoi impianti, visibili dalla piana tra Prato e Firenze, da molti chilometri di distanza, rappresentando un importante esempio di archeologia industriale. L'impianto è costituito da vari edifici ed infrastrutture caratterizzate dalle murature in mattoni, ed in pietra alberese, oltre che in cemento armato.
Di recente è stato oggetto di un discusso piano di recupero di iniziativa privata, proposto dalla società pratese Valore S.p.A. e approvato dall'amministrazione comunale, che prevede la demolizione dei capannoni posti più in basso per realizzare tre nuovi edifici di 7/8 piani, destinati a residenze e a struttura alberghiera, ad attività commerciali e servizi, la realizzazione di numerosi parcheggi, il recupero a Centro per la Musica del cosiddetto capannone del clinker, la realizzazione di varia viabilità a diversi livelli del ripido pendio della Calvana, geologicamente fragile.
Autore/Fonte: Pratonotizie
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